Project Description
PER UN TRIONFO DI VERTEBRE di Libero De Libero
Ho mangiato le mie spine e carbone
del castigo, le schiume ho bevuto
del tuo furore e gli urli della sete.
E tu ancora chiedi soccorsi alla fame,
ceneri da bruciare, lamento e fiore
contro il tuo grembo, un supplizio più reo
del nostro peccato d’esser vivi:
sono infette le nostre delizie,
gemelli siamo del verme tagliato.
Con verde fumo e chiarori di neve
sembra il tuo sguardo illibato paese,
è un deserto muffito di sale
dove singhiozza la nostra demenza.
Dal grappolo che m’offri gonfio d’uva
Spremo il sole che la paura esalta
E con la tua fa pelle e funebre criniera:
questo è l’arido harem che ci tocca,
è questa la notte più lunga del fiume
che avvinti trascina il bene e il male,
noi complici di nascite incompiute,
sboccia in lagrima il nostro seme e muore.
Siamo relitti d’una grande marcia
nella gioventù, fossili noi siamo
a forma di cuore in astucci d’ortica,
orafo non v’è per farne gioielli:
e quale amore dovrebbe pietre
di sangue cercare come amuleti?
Noi eroi a noi funesti d’una lotta
senza fierezza né luce per un trionfo
di vertebre sonanti come tube
del diesirae, infine scheletri potati
d’ogni vergogna saremo immagini
dell’innocenza tornata al suo destino.